domenica 23 agosto 2015

La grana estiva

La FIBA, in maniera del tutto inspiegabile, accoglie il ricorso di
Sharon Drucker e blocca il mercato straniero della squadra.
Annunciata battaglia legale

Da circa due anni il mondo fortitudo stava attraversando un periodo di relativa calma piatta dove l'obiettivo primario era quello di riformare una società storica, distrutta precedentemente da Sacrati, e riportare la stessa ai fasti di un tempo pur partendo dall' "inferno" della B.
Proprio quando tutto sembrava essersi ormai stabilizzato ecco arrivare, però, l'ennesima grana estiva: Sharon Drucker, coach israeliano firmato nel 2009 dall'allora Presidente Sacrati ma mai tesserato, si è rivolto al tribunale arbitrale della FIBA (BAT) chiedendo il corrispettivo dell'ingaggio di allora (circa 350.000 euro) all'attuale Fortitudo Pallacanestro Bologna 103.
All'inizio la questione ha fatto sorridere i più visto il precedente con il Comune di Bologna (in merito alla questione PalaDozza) in cui si chiedeva alla nuova gestione di appianare alcuni debiti della disastrosa gestione sacratiana.
Ulteriore considerazione era quella inerente la totale mancanza di affinità fra la nuova società e quella precedente in cui spiccavano non solo il diverso nome (ora Fortitudo Pallacanestro Bologna 103) ma anche una differente partita IVA ed un diverso codice di affiliazione FIP.
In base a queste, reali, considerazioni si era giunti alla conclusione che nessun creditore di Sacrati poteva chiedere alcunchè alla nuova dirigenza.
Ed invece è arrivata la sorpresa da parte della FIBA.
La federazione internazionale, infatti, accogliendo il ricorso di Drucker, in cui si sostiene la continuità sportiva tra le due società dato il nome simile, lo stesso pubblico, lo stesso campo e lo stesso legame con la casa madre, ha imposta il blocco, in via permanente e senza una data finale, dei tesseramenti per atleti provenienti da federazioni estere.
A questa situazione se ne sono aggiunte altre (depositate sul sito FIBA) riguardanti Strawberry, Papadopoulos e Bagaric (con cui è stato trovato un accordo nel 2011) che, al pari di Drucker, hanno avanzato le loro pretese alla nuova gestione.
Ma la questione non finisce qui.
Infatti, riprendendo le parole del Presidente Gianluca Muratori, ci sarebbero ancora delle questioni da risolvere se si considera la continuità sportiva.
In primo luogo, il riferimento specifico sulla continuità riguarda una norma federale del 2014 e di conseguenza non applicabile alla nuova Fortitudo, nata nel 2013.
In seconda istanza, qualora fosse accertata l'interpretazione FIBA, potranno, a rigor di logica, essere richiesti i famosi premi di addestramento (per un valore di più di 1 milione di euro) che, non essendoci piena riconducibilità con l'attuale società, sono congelati (e trattenuti) dalla federbasket italiana dal 2010.
Come evidenziato anche da Muratori in un'intervista sul Resto del Carlino, la rabbia maggiore sta nel fatto che il sorgere di nuovi, ed ulteriori, problemi si manifesta esclusivamente ora, cioè a circa cinque anni dal fallimento di quella società.
In ogni caso, con la questione affidata all'Avv. Mattia Grassani (che ha presentato due ricorsi, uno al Tribunale d’Appello della FIBA e l'altro al TAS di Losanna), il blocco degli stranieri è una realtà, con Jonte Flowers (unico giocatore proveniente da un'altra federazione, al contrario di Ed Daniel che ha militato nelle fila di Cremona lo scorso anno) finito in un limbo cestistico ed un intero ambiente innervosito, ancora una volta, da questioni extra parquet (per di più ingiustificabili).
Sperando in una rapida e positiva risoluzione, ci si accorge che, come sempre, l'ingiustizia sportiva prevale su realtà che, nonostante i periodi neri, hanno rialzato la testa, con non pochi sacrifici dei singoli, piuttosto che sulle reali questioni da affrontare.
FINO ALLA FINE... LA FORTITUDO


Alessandro Falanga 


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